II costumi femminili indossati dalle "Lucie" dei Bej di Erba non hanno subito modifiche significative rispetto all’originale abbigliamento femminile del 1600-1700 lombardo-brianzolo e conservano fedelmente quella linea.
La gonna, ampia e lunga fino alla caviglia, con una banda decorativa alla base, lascia intravedere talvolta il merletto della sottogonna e dei lunghi mutandoni ed è coperta, sul davanti, da un altrettanto lungo grembiule. Una camicia bianca con lunghe e larghe maniche e con i polsini e il collo ornati di merletti, fuoriesce dal corsetto di velluto nero che accentua la flessuosità del corpo. La raggiera (cuazz o sperada o sperunada, in dialetto brianzolo) adorna il capo delle Lucie dei Bej. La raggiera adornava il capo delle promesse spose e delle donne maritate della Brianza.
Ed ecco la descrizione di Alessandro Manzoni: “… i neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile dirizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi molteplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d’argento, che si dividevano all’intorno, quasi a guisa de’ raggi d’aureola … intorno al collo aveva un vezzo di granati …”
Altra caratteristica del costume della "Lucia" sono gli zoccoletti contadini, rallegrati da nastri rossi, che porta ai piedi. Durante l’inverno, un grande scialle completa l’abbigliamento. Nei giorni di pioggia, la Lucia usa ombrelli in cotone di vivaci colori.